Perchè è meglio la canapa anche per vestirsi?

Per fare un esempio dei peggiori, in media per un solo paio di jeans ci vogliono oltre 3500 litri di acqua e più di 18kw/h di energia elettrica e una produzione di oltre 30kg di co2 equivalente, durante l’intero ciclo di vita del prodotto; dal produttore al consumatore il passo non è breve ma “la tossicità” resta. 

I cattivi odori che scaturiscono dal proliferare di muffe e batteri, sono spesso da noi attribuiti erroneamente all’igiene personale e sovente portano ad un inquinamento indotto, dovuto al fatto che ci laviamo inutilmente, sprecando acqua e nella peggiore delle ipotesi, anche saponi e deodoranti nocivi per la Terra. I vantaggi di utilizzare la canapa sono numerosi e crescerebbero in maniera esponenziale con l’aumento del suo utilizzo (crescita della domanda), che comporterebbe anche un abbassamento del prezzo, che oggi rappresenta il primo ostacolo alla sua diffusione. Per l’ambiente la canapa è top! Perché non richiede l’utilizzo di pesticidi e consuma in media l’80% in meno di acqua, rispetto ad una coltivazione di cotone con pari produzione di filato. Inoltre la canapa assorbe circa quattro volte l’anidride carbonica di un albero di medie dimensioni, durante un ciclo di crescita di circa tre mesi. Per l’utente finale, ovvero, per noi, non c’è nessun filato così antibatterico, supera il bamboo e il lino. 

A differenza di quest’ultimo esteticamente è molto più gestibile, perché produce meno pieghe, ma soprattutto, copre una fascia termica ampissima che va dai 10 ai 30 gradi, a seconda della pesantezza del tessuto. La canapa inoltre è la fibra naturale più resistente al mondo, quindi utilizzarla per l’abbigliamento vuol dire dare una bella botta al consumismo e una grande mano all’ambiente a partire dalla nostra pelle.